Descrizione
Sulla punta del molo che delimita il porticciolo sotto il Castello, troviamo, scolpita in marmo rosa, una piccola sfinge egiziana datata II secolo a.C. L'opera segue la tradizionale iconografia della creatura con il corpo di leone e testa umana. Sul blocco alla base troviamo un disco con due serpenti alati e la scritta in greco di "Passato" e "Futuro". La sfinge faceva parte di una ampia collezione privata che l'arciduca Massimiliano aveva arricchito nel corso dei suoi tanti viaggi, collezione che venne trasferita nel Kunsthistorisches Museum di Vienna dopo la sua morte. La sfinge è citata da Giosuè Carducci nella sua “Ode Miramar”, dove sembra salutare la coppia imperiale in partenza da Miramare verso il proprio destino messicano.
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